venerdì 25 novembre 2011

Bambini autistici: il servizio sanitario nazionale è assente, oltre 2mila euro al mese gravano sul menage di una famiglia con un figlio autistico

di Jacopo Di Bonito
Duemila euro al mese per sostenere le cure di un figlio autistico. Miglia di famiglie italiane costrette a pagare di tasca propria.“Vogliamo denunciare una situazione difficile e troppo spesso ignorata”. E' la voce dei genitori italiani che parte dal web. “Dell’autismo se ne parla troppo poco, e ancora oggi nei servizi sanitari domina l'approccio relazionale-familiare e psicodinamico”. Chiosa, Gianni Papa, insegnante di sostegno, padre di un bambino autistico e blogger creatore di “autismoincazziamoci.org I trattamenti sanitari, non forniti dal Servizio Sanitario Nazionale, sono spesso troppo costosi.
Si va dai 1.300 a 1.500 euro al mese per le terapie (non scaricabili), 170-300 euro per i consulenti formati ad hoc, ed in più ci sono da conteggiare le spese materiali foto, immagini e cartoncini usati dai terapisti. “A fine mese, sul conto corrente bancario, restano poche centinaia di euro”. L’allarme lanciato da Papa, creatore anche di un gruppo su Facebook , “Il costo dell'autismo”, fotografa la difficoltà delle famiglie italiane nell’affrontare le spese per gli interventi cognitivo- comportamentali fondamentali per ogni bambino autistico. L’autismo, a detta del gruppo, non è una malattia di “moda” e proprio per questo, troppo spesso, l’attenzione mediatica cala e le famiglie vengono lasciate sole. “Anche se cerchiamo di risparmiare in ogni modo, il nostro consulente percepisce un compenso non minore ai 50 euro l'ora, che per ironia della sorte, è superiore alla parcella di un neurochirurgo”. Spiega il papà blogger. “Si tratta di un mercato privato, - aggiunge - che proprio per questo è senza limiti. Solo creando servizi pubblici adeguati si potrebbero abbassare i prezzi”.
Neanche la scuola sembra facilitare la vita delle famiglie: “Gli insegnanti non sono formati e spesso le scuole rifiutano di far entrare in classe il terapista privato scelto e pagato dai genitori”, per non parlare poi degli insegnanti di sostegno, “quando ci sono, molto spesso fanno solo dell’assurdo ostruzionismo”.
La lotta con l’Asl è all’ordine del giorno. “Io ho un bambino che farà 6 anni a dicembre e ho da poco vinto la causa con l’Asl per ottenere l’accompagnamento, che non ci era stato riconosciuto”. Spiega Papa. “Ci era stato detto che si trattava di un bambino piccolo e che avremmo dovuto stargli dietro in ogni caso, ma noi nostro figlio non possiamo lasciarlo solo un secondo”. Poi conclude. “Abbiamo fatto causa e l’abbiamo vinta, come è giusto che sia”.




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