giovedì 17 novembre 2011

“Europa Uomo Onlus”: al Maschio Angioino convegno nazionale per la prevenzione del carcinoma della prostata

di Valeria Pollio
Il carcinoma prostatico è il primo tumore che colpisce l’uomo (con incidenza del 12%). In Italia, più di 9milioni di uomini oltre i 50 anni è potenzialmente a rischio. Solo nel 2010, infatti, sono stati diagnosticati circa 43.000 casi. Maggiore è il rischio per i 60enni (20% di casi), ma ancora di più per gli 80enni (80% di casi ). All’età avanzata si aggiungono altri fattori di rischio quali una dieta errata, particolari comportamenti sessuali, l’ambiente di lavoro, l’area geografica ( in Giappone e in Cina i casi di carcinoma prostatico sono pochissimi) , la razza e soprattutto la predisposizione genetica. È stato dimostrato che è doppio il rischio per chi ha un parente di primo grado che ha avuto un cancro.
Individuare precocemente il carcinoma della prostata è importante. Spesso ci si trova di fronte a diagnosi negative, che richiedono un pronto intervento medico chirurgico. E’ il caso del carcinoma “Tiger”, (tigre), così denominato dalla medicina americana. Meno aggressivo del tiger è il “cat”, (gatto), che prevede un costante controllo medico.
L’importanza della prevenzione e dei markers Psa saranno i temi centrali del convegno nazionale “La prostata: funzioni, malattie e cure”, che si terrà a Napoli, venerdì 18 novembre, presso il Maschio Angioino con il patrocinio del Comune e per iniziativa dell’associazione “Europa Uomo Italia Onlus”. Si tratta della prima associazione, nel nostro Paese, contro le malattie prostatiche, che ha come unico obiettivo quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di affrontare questo tema con consapevolezza. Sono ancora carenti le informazioni di facile accesso. “Di cancro alla prostata muoiono solo gli ignoranti – afferma convinto Domenico Prezioso, docente di Urologia alla Federico II di Napoli e relatore al convegno -. Bisogna curare gli stili di vita e soprattutto fare puntuali e cadenzati controlli”. “Solo un terzo dei pazienti è costretto a passare a terapie curative” dopo un periodo di “sorveglianza attiva” ( esplorazione rettale, Psa ogni tre mesi e biopsia a scadenze prestabilite) - conclude Prezioso-.
Proprio a Napoli la situazione è allarmante. Secondo i dati esposti ad un precedente Congresso Auro (Associazione urologi italiana) a Salerno, la Campania risulta al primo posto per tasso di mortalità per carcinoma alla prostata. Tassi di incidenza e mortalità più alti di circa il 2% rispetto alla media nazionale. Il fenomeno riguarda in particolar modo le zone a forte urbanizzazione e industrializzazione, come la zona metropolitana di Napoli, ma anche la provincia settentrionale di Salerno e l’avellinese, dove gli scarichi delle concerie aumentano i tassi dell’inquinamento.
Le malattie prostatiche, riscontrate più frequentemente, compromettono lo stato fisico del paziente oltre a condizionare la sua vita affettiva, sessuale e lavorativa. Tutto questo si può evitare solo prevenendo e sorvegliando costantemente. Non costa nulla, sicuramente meno della vita.

Addirittura si parla di rischio 11 volte maggiore, con insorgenza precoce di 7 anni prima rispetto alla media, se i parenti di primo grado con carcinoma alla prostata sono due. Ad un aumento considerevole dell’incidenza corrisponde una diminuzione della sopravvivenza, rispetto al resto dei paesi europei. Secondo quanto emerge dai dati solo il 47,5% degli uomini colpiti da questo tipo di neoplasia riesce a debellare il rischio di morte, mentre in Spagna (54,5%), Francia (61,4%), Svizzera (71,4%), la possibilità di sopravvivenza è maggiore.

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