domenica 19 febbraio 2012

"L'università non era a conoscenza del crak finanziario del II Policlinico di Napoli", è l'accusa di Giovanni Persico, preside della facoltà di Medicina dell'Ateneo

di Enzo Musella
Il Policlinico universitario al Vomero alto è alla bancarotta, le ditte che forniscono i servizi di lavanderia, mensa, vigilanza e smaltimento rifiuti speciali, vantano un credito per oltre 27 milioni di euro, non vengono pagate da ben due anni e minacciano di interrompere la fornitura delle prestazioni. Il blocco delle attività assistenziali è previsto per il prossimo mese. "L'università non è stata informata che la situazione fosse così critica, è gravissimo". E' la denuncia di Giovanni Persico, preside della facoltà di Medicina della Federico II. Intanto il deficit finanziario accumulato dall'azienda al 30 dicembre 2010 ammonta a 245 milioni di euro. Al centro della querelle c'è la mancata ratifica dei protocolli d'intesa tra Università e Regione che di fatto regolano i rapporti finanziari tra i due Enti.
Un scenario drammatico che a breve potrebbe produrre effetti devastanti sull'intero sistema sanitario campano, coinvolgendo oltre 3mila pazienti di cui 650 ricoverati nei vari reparti, 2mila accessi in Day Hospital, senza contare gli ammalati che si recano presso gli ambulatori del Policlinico. A fare il punto su quello che si può definire, il periodo più difficile della vita del Nuovo Policlinico di Napoli, è Giovanni Persico, preside della facoltà di Medicina dell'Ateneo in questione.
Preside, cosa sta accadendo al Policlinico federiciano?
"Occorre fare una premessa, il nostro Policlinico non ha mai trasmesso ai vertici dell'università, o quantomeno alla facoltà di Medicina, i bilanci preventivi e consuntivi dell' azienda ospedaliera, di conseguenza non conosco la situazione amministrativa, apprendo solo ora, e dai giornali, che il nostro Policlinico è in dissesto finanziario e senza un euro in cassa. E' una situazione grave. Non bisognava giungere a questo punto, occorreva intervenire prima. Quindi, non sono in grado di darle una risposta in merito alla situazione economica dell'azienda ospedaliera".
Non le sembra un paradosso, lei è il preside della facoltà di Medicina?
"E' così. Quando alla direzione generale del Policlinico, c'erano Pirozzi, Marmo o Giordano, l'azienda sottoponeva alla nostra attenzione i bilanci aziendali sui quali l'università poteva in qualche modo esprime un parere. Oggi non è più così, ed è sbagliato. Innanzitutto perchè l'università è proprietaria di tutte le strutture interne al nuovo Policlinico. Immobili completamente attrezzati, distribuiti su una superficie di oltre 180mila metri quadrati, e l'Ateneo non percepisce alcun fitto, mentre dall'altro canto, paghiamo gli stipendi a tutti i professori e a quasi tutti gli infermieri, mi sembra ovvio, più che un atto dovuto, il dover essere informati sulla situazione debitoria della nostra azienda sanitaria. Inoltre non bisogna dimenticare che l'Ateneo, nella malaugurata ipotesi di blocco dell'assistenza, verrebbe meno agli impegni assunti con studenti e genitori, questi ultimi peraltro, hanno pagato per far studiare i propri figli. Ci troveremo di fronte ad un disastro senza precedenti se si considera che assistenza, didattica e ricerca, sono attività subordinate le une alle altre". 

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