venerdì 4 novembre 2011

Modena: tre interventi neonatali in 24 ore per malformazione congenita

di Valeria Pollio
Solo in Italia circa 35 mila neonati vengono colpiti da malformazioni congenite, il più delle volte visibili in fase prenatale. Purtroppo nella maggior parte dei casi è alto il tasso di mortalità. Altre volte è possibile intervenire e ridare al neonato una speranza di vita. E proprio nei giorni scorsi, nel nostro Paese, è accaduto qualcosa di eccezionale. Tre neonati, con gravi ed anche rare malformazioni congenite sono stati sottoposti ad intervento chirurgico presso la Chirurgia Pediatrica dell’Azienda
 Ospedaliera - Universitaria di Modena, diretta dal prof. Alfredo Cacciari, la quale collabora con la Struttura Complessa di Neonatologia, diretta dal prof. Fabrizio Ferrari per intervenire su neonati che presentano importanti malformazioni, spesso gravi, con risultati davvero ottimi.
I bambini non sono nati tutti al Policlinico di Modena. Due, infatti, provenivano da ospedali della provincia. Il primo paziente è un bambino di due kilogrammi, nato 36 ore prima dell’intervento con un’occlusione intestinale visibile già con ecografia. Subito dopo la nascita il piccolo è stato trasferito al Policlinico di Modena dove sono stati eseguiti tutti gli accertamenti necessari per confermare la diagnosi. I chirurghi pediatrici, che hanno aperto l’addome del bambino hanno riscontrato una atresia, cioè un’occlusione, al secondo tratto intestinale dopo il duodeno. Questa patologia colpisce 1 neonato su 1500 ed è detta anche “apple peel” (buccia di mela). L’intestino si presenta arrotolato su se stesso. “Si è provveduto ad eliminare il breve tratto fra le due atresie e a confezionare una anastomosi, cioè un’unione fra i due tratti intestinali”- ha spiegato il Prof. Alfredo Cacciari -. Al secondo neonato, venuto al mondo con parto cesareo nella stessa struttura ospedaliera, era stata invece diagnosticata una laparoschisi, rara malformazione che in media colpisce un bambino su 30.000. Si tratta di un’anomala apertura della parete addominale, con eviscerazione di anse intestinali. Il delicato intervento è stato effettuato in Terapia Intensiva Neonatale, non in sala operatoria. Il terzo ed ultimo piccolo paziente, di 3600 kilogrammi, è nato in un ospedale di provincia 24 ore prima dell’intervento chirurgico con grave malformazione del tratto esofageo. “In questa patologia – ha puntualizzato il Prof. Alfredo Cacciari – l’esofago superiore è chiuso e quindi non può passare nulla, nemmeno la saliva del neonato, mentre l’esofago inferiore comunica, e questa è una ulteriore grave anomalia, con la trachea. Dopo l’endoscopia tracheale e l’incannulamento della fistola - esofago tracheale, si è proceduto a toracotomia destra e, per via retropleurica, sono stati isolati i monconi esofagei. Previa legatura della fistola tracheo-esofagea, si è poi proceduto ad anastomosi esofago-esofagea unendo fra loro i monconi esofagei”.Gli interventi sembrano essere riusciti perfettamente.

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