Il Nord rimane storicamente in grande debito nei confronti del Sud, nel dopoguerra con il piano Marshall, scelte ben precise indirizzarono la ripresa economica del Paese attraverso l’industrializzazione del Nord e, seppur tanto denaro è stato indirizzato al Sud, lo stesso si è trasformato in prebende per una classe politica scellerata, che si è fatta complice di scelte penalizzanti per una parte del Paese.
Mi chiedo. Che ne sarebbe stato delle imprese del Nord se, in quel momento storico, la stessa classe politica si fosse fatta parte attiva per predisporre un programma di ripresa economica, diversificato rispetto a quello del Nord, favorendo la permanenza dei contadini nelle loro terre invece di farne carne da macello per le imprese del Nord?
Invito a riflettere i lettori su questo punto. Dove sono finiti e finiscono gli utili del fatturato del sistema mafia (il cancro del Sud) che, a detta di autorevoli fonti economiche ed istituzionali, fattura il doppio della Fiat senza averne le stesse spese? Si dovrebbe guardare ad altri più importanti palazzi e casseforti del Nord per comprendere dove è finito e finisce questo fiume di denaro e dove la mafia esercita il proprio potere.
Ed ancora, dove finisce il risparmio dei cittadini del Sud, depositato nelle banche del Nord che di fatto si è appropriato del sistema bancario italiano, assimilando tutte le banche del Sud?
Non dimentichiamo che le imprese del sud hanno enorme difficoltà ad accedere al credito bancario. Con quali soldi viene finanziata da decenni la Fiat , la quale, quando è in attivo, spartisce dividendi, quando è in passivo pone in cassa integrazione migliaia di lavoratori mettendoli a carico di tutta la comunità ed in particolare di tutti quei dipendenti pubblici del Sud che pagano le tasse?
Io non nego che la classe politica del Sud sia stata fino ad oggi incapace. E mi auguro che quanto prima tutti i politici meridionali si diano da fare un volta e per sempre a tutelare gli interessi del sud Italia e dare un serio sviluppo alla propria terra. E' giunta l'ora di cambiare, di non presentarsi mai più, con la schiena curva e con il cappello in mano ad elemosinare ai poteri economici del Nord, briciole e continuando ad essere servi in parlamento. Oggi una nuova classe politica sta nascendo al sud, una classe politica che con la schiena dritta e senza cappello in mano, pronta chiedere il rispetto dei diritti del meridione d'Italia, secondo a nessuno.
Secondo me non esiste una questione meridionale, ma esiste una questione nazionale dalla quale si esce tutti insieme con programmi diversificati in funzione delle varie prerogative territoriali.
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