martedì 1 novembre 2011

Piazza Affari: bruciati 22 miliardi di euro, la borsa milanese chiude a meno 6,80. Un ribasso del genere non accadeva dal 10 ottobre del 2008

Male anche le piazze economiche europee seppure non a questi livelli: a Parigi l'indice Cac chiude la giornata con -5,38% a 3.068,33 punti, a Londra il Ftse con -2,21% e a Francoforte il Dax -5,03% a 5.832,23 punti
di Enzo Musella 
Le Borse europee crollano nel giorno della commemorazione dei defunti e di tutti i Santi. Un crollo verticale che vede coinvolte quasi tutte le piazze economiche del Vecchio Continente. Ed ora bisogna fare i conti, tirare le somme e decidere come arginare la crisi in cui sta annegando l'eurozona. L'Italia è ed un passo brevissimo dalla situazione di crac economico della Grecia, a quanto pare al "Belpaese" non resta che agire, attivare subito la manovra sullo sviluppo, in alternativa non resta che affidarsi al Padre Eterno. E già, c'è poco da fare, stando alla giornata appena trascorsa a Piazza Affari c'è bisogno solo di un miracolo alla Borsa milanese per riprendersi. La seduta è stata ampiamente negativa, la quarta peggiore di sempre, per Piazza Affari: l'indice Ftse Mib ha chiuso in perdita del 6,80% a 14.928 punti e la perdita del 6,13% dell'indice Ftse All Share equivale a 22 miliardi di euro bruciati in una giornata.

Il calo del 6,80% dell'Ftse Mib (il peggiore tra le principali Borse europee) è inferiore solo al -8,24% accusato il 6 ottobre 2008, al -7,57% dell'11 settembre 2001 e al -7,14% del 10 ottobre 2008.
Male anche le piazze economiche europee seppure non al livello dell'Italia: a Parigi l'indice Cac chiude la giornata con -5,38% a 3.068,33 punti, a Londra il Ftse con -2,21% e a Francoforte il Dax -5,03% a 5.832,23 punti.
Insomma, i mercati finanziari europei sono finiti nella bufera dopo la decisione del governo Greco di indire un referendum sulle misure anticrisi. La decisione del primo ministro George Papandreu ha letteralmente gettato nel panico i mercati tanto che l'agenzia di rating Fitch ha previsto un aumento del rischio default non pilotato greco con la conseguente uscita del paese dalla zona dell'euro. Nel frattempo anche Wall Street sta girando negativa con il Dow Jones che segna un calo del 2,40%. In tutto questo Milano si è dimostrata maglia nera dei listini, chiudendo, come detto, con un pesante -6,80%, peggior risultato da tre anni a questa parte, trascinata dai titoli bancari, mentre lo spread con i titoli di stato tedeschi ha toccato un nuovo record: 459 punti. Oggi anche la Bce è anche intervenuta nuovamente sul mercato secondario per acquistare titoli di Stato italiani e spagnoli mentre restano puntati gli occhi sul vertice di domani tra le autorità europee, il Fondo monetario internazionale e il governo greco a Cannes, prima del G20 previsto per giovedì e venerdì. Tornando ai listini di casa nostra, dopo diverse sospensioni per eccesso di ribasso Intesa Sanpaolo e Unicredit chiudono rispettivamente con -15,28% a 1,087 euro e -12,44% a 0,7425 euro. Male anche Mps che chiude con un calo del 10,20% a 0,303 euro e Banco Popolare con -8,98% a 0,983 euro. In calo anche Ubi Banca con -6,81% e Mediobanca -4,86%.
Giornata negativa anche per la galassia Fiat: la spa perde il 9,46% fissando il prezzo a 4,02 euro e Fiat Industrial il 5,95% a 5,93%. Peggio ha fatto Exor con - 7,42% a 14,72 euro mentre Chrysler ha annunciato che ad ottobre negli Usa le vendite sono aumentate del 27% rispetto allo stesso mese del 2010. Tra i titoli in tenuta qualche energetico che ha limato le perdite rispetto al resto del paniere: Enel Green Power ha chiuso con -1,56%, Terna -1,95% e Snam Rete Gas -2,90%. Negativa anche Telecom con un calo del 5% a 0,854 euro nonostante la controllata brasiliana Tim Participacoes abbia archiviato il terzo trimestre con un utile in crescita del 116%. (Fonte: Adnkronos)

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