di Marina Ranucci
La ricerca scientifica e medica italiana è sempre di alto livello. Passare agli step successivi però, come ad esempio produrre nuovi farmaci, è sempre complicato. Per tale motivo, frequentemente la ricerca deve vendersi a società estere che hanno la capacità di investire grossi capitali. L’ultima operazione del genere vede protagonista un brevetto antitumori, venduto dall’Università di Siena ad una società australiana. “Vegenics Pty Ltv” il nome del brevetto, che copre i diritti di sfruttamento di un importante fattore di crescita dei vasi sanguigni e linfatici coinvolto nel meccanismo di proliferazione tumorale e sviluppato dal dipartimento di Biotecnologie dell’ateneo senese.
La trattativa di vendita è stata svolta dalla Fondazione Toscana Life Sciences (Tls). Fondazione, che si è presa carico dell’importante ruolo di mediatore con la multinazionale australiana a cui è stato ceduto il brevetto, e che ha collaborato con il Liaison Office dell’Università di Siena, per riuscire a dare il giusto valore ai risultati dell’attività di ricerca svolta in Italia. «Essere riusciti a portare a buon fine la trattativa con una società straniera - afferma Francesco Senatore, business development della Fondazione Tls - ci dice quanto sia fondamentale integrare e mettere in campo competenze specializzate per compiere l’ultimo, ma fondamentale passo affinché le nuove tecnologie trovino un reale sbocco di mercato. In Italia si fa ricerca ad altissimo livello, ma il processo di gestione del trasferimento tecnologico è altrettanto decisivo per la valorizzazione delle scoperte. Il risultato raggiunto – spiega Senatore - premia una strategia vincente di gestione del brevetto che ci auguriamo possa diventare un modello per il futuro, anche nella prospettiva del nuovo Distretto tecnologico regionale sulle scienze della vita. Come Fondazione Tls - continua il manager - non è la prima volta che ci troviamo a svolgere il ruolo di mediatori fra mondo della ricerca e aziende private interessate all’acquisizione di nuove tecnologie. L’obbiettivo è quello di crescere ancora su questo fronte, contribuendo allo sviluppo di nuovi prodotti che, come in questo caso, potrebbero portare a importanti risultati terapeutici nella lotta ai tumori» conclude, Senatore. Un ottimo risultato quello dell’Università senese, che con la vendita del brevetto si assicura grandi introiti per l’ateneo da poter reinvestire nella ricerca. «La scoperta, frutto del lavoro del nostro gruppo di ricerca – spiega Salvatore Oliviero, professore dell’Università di Siena - è un fattore che induce la proliferazione e la riorganizzazione delle cellule dei vasi sanguigni per la formazione di nuovi vasi sanguigni e linfatici. La sua deregolazione nei tumori favorisce la formazione di metastasi per via linfatica. La cessione del brevetto resta per noi un ottimo risultato – continua il ricercatore - perché ne consentirà lo sviluppo e l’applicazione nella sperimentazione di farmaci antitumorali, oltre a portare importanti introiti all’Università che potranno essere investiti nel potenziamento della ricerca».
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