domenica 19 febbraio 2012

Pubblico Impiego - Previdenza complementare e dintorni...



di Arturo Maullu*
La piccata replica di uno dei sindacati firmatari dell’accordo sulla previdenza integrativa di adesione al fondo SIRIO al nostro comunicato che motiva la non sottoscrizione da parte del CSA della CISAL Università la dice lunga su quali reali interessi ruotino intorno alla privatizzazione della previdenza in Italia.
Da un lato abbiamo una gestione della previdenza pubblica gestita dall’INPS che a sentire i massimi organi che l’amministrano (anche essi in mano sindacale !) è una delle migliori in Europa e forse del mondo intero, il fondo INPS è in attivo, dicono e, diciamo noi, nessuno interverrebbe su un meccanismo che funziona, che non è in perdita. Ma allora perché privatizzare ?
Perché di questo si tratta, i fondi complementari rappresentano la privatizzazione del sistema pensionistico ed  in realtà non sono altro che prodotti finanziari che non danno ai risparmiatori e quindi ai lavoratori azionisti  nessuna garanzia.
Insomma, da un lato si decantano le lodi dell’INPS, dall’altro un continuo piagnisteo da parte delle stesse OO.SS. per creare un fondo pensionistico privato, come che tutti i mali per il mondo del lavoro si riducano a questo e non al blocco dei contratti, ad un’inflazione galoppante che erode ancor più i già bassi salari, ad una recessione pagata  sempre più cara dai lavoratori e dalle famiglie. I fondi pensione come tutti gli strumenti finanziari sono basati , sulla competitività delle imprese e sulla resa economica che i titoli investiti nelle stesse possono dare  e come tutti ben sappiamo è basato in genere sull'abbassamento del costo del lavoro. 
Nel mondo del lavoro si moltiplicano i segnali di malcontento sempre più marcato anche a causa dei comportamenti ambigui dei vertici politicizzati delle grandi centrali sindacali che a parole si dimostrano apparentemente compatti nel dare ad intendere di essere trasparenti e schietti nella difesa dei diritti dei lavoratori, salvo poi partecipare separatamente a riunioni carbonare nelle quali si barattano  diritti residuali ma imprescindibili come l’art. 18 dello statuto dei lavoratori in cambio di chissà cosa….
Noi con il nostro intervento abbiamo semplicemente messo in guardia i lavoratori ai quali potrebbe essere fatta firmare l’adesione, magari senza alcuna conoscenza o consapevolezza dei rischi in cui possono incorrere, poi, la scelta di aderire o meno spetta loro, aderire è un diritto ed una scelta possibile, non è un obbligo, come qualcuno vorrebbe dare ad intendere.

Roma 16/02/2012
* Arturo Maullu Segretario Generale CSA della CISAL Università

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