venerdì 23 settembre 2011

Asl Napoli 1: addetti alla manutenzione degli impianti sanitari perdono il lavoro e protestano davanti al Loreto Mare


di Dania Alfieri
Ore di tensione ieri mattina davanti all'ospedale Loreto Mare in via Marina. Traffico in tilt, autoambulanze impazzite e per molti pazienti che si recavano in ospedale non sono mancati i disagi. Il tutto a causa di una manifestazione di protesta. Operai licenziati che protestavano davanti all'ospedale e a giusta ragione, dopo trent'anni di lavoro si sono ritrovati in mezzo a una strada. Infatti, circa cinquanta operai, addetti al funzionamento e alla manutenzione degli impianti termoidraulici dell’Asl Napoli 1, stanno per perdere il lavoro.

Infatti, il neo commissario dell’Asl Na 1, Maurizio Scoppa, in linea con la nuova politica di risparmio, che interessa anche il settore sanitario, ha deciso di cancellare l’appalto che due ditte, la Siram e la Graded, hanno con l’azienda sanitaria. Si tratta di operai, che da anni, si occupano della manutenzione degli impianti termoidraulici in ogni struttura dell’Asl Napoli 1. Condizionamento e riscaldamento delle sale operatorie, delle camere dei pazienti e degli ambulatori medici, il funzionamento dei macchinari per la sterilizzazione dipendono da loro. I lavoratori, ieri, hanno protestato dinanzi l’ospedale Loreto Mare. Tra circa due settimane, per loro, non ci sarà più lavoro e per questo motivo hanno chiesto a gran voce un incontro col governatore della Campania Caldoro per chiedere che sia trovata un’alternativa al loro licenziamento. “Noi vogliamo solo lavorare” dicono gli operai. “Alcuni di noi non sono qui solo a protestare, la loro nostra presenza è necessaria in ospedale – afferma Mario, 54 anni – se succede qualcosa uno di noi è sempre pronto ad intervenire”. “Sono mansioni che non può svolgere chiunque – sbotta Mario – noi facciamo questo mestiere da più di trent’anni, ancor prima di venire assunti alla Siram lavoravamo negli ospedali”. Se queste persone perdono il posto di lavoro gli impianti dell’Asl rischiano di fermarsi e a questo punto a farne le spese, prima di chiunque altro, saranno, manco a dirlo, gli ammalati.  


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