mercoledì 26 ottobre 2011

Federico II - Batterio killer, altri 23 neonati a rischio

di Andrea Acampa (Giornalista quotidiano "ROMA")
Tamponi sui 23 bambini ricoverati nel reparto di terapia intensiva neonatale del Policlinico Federico II e controlli anche negli altri reparti. Scatta la controffensiva all’acinetobacter. Ieri mattina il vertice del Cia (il Comitato per le infezioni ospedaliere) con il primario e gli altri vertici dell’azienda ospedaliera che hanno tenuto un incontro per stabilire la linea di azione e soprattutto capire il livello di colonizzazione. Il reparto è nel frattempo isolato in attesa dei risultati delle analisi.
Alla riunione ha partecipato la responsabile del laboratorio di indagini microbiologiche dell’Università Federico II, Maria Triassi. È proprio la Triassi, docente di Igiene all’Università, che lancia l'allarme. «La situazione è sotto controllo - precisa la professoressa - ma non bisogna prendere sotto gamba il batterio che è presente nel 60% delle terapie intensive per adulti degli ospedali partenopei.
Il problema vero è come comportarsi per prevenire questi contagi e come debellarli. Non esiste una guida univoca per tutti, servono delle linee guida condivise da tutti gli ospedali e noi come Comitato per le infezioni ospedaliere vogliamo
farcene promotori». In questi casi, con il dramma di Roma e il contagio di Tubercolosi al Gemelli, anche gli operatori sanitari e i familiari dei pazienti chiedono più controlli. «È un germe - aggiunge la Triassi - comparso dieci anni fa, il portatore non è necessariamente un infetto e può causare sepsi e polmoniti, gravissime e anche letali in bambini debilitati ». Per fortuna, però, nell'ospedale federiciano si è intervenuti tempestivamente isolando il “batterio killer”.
L’acineto bacter, infatti, può anche portare alla morte se non preso in tempo. A Torino lo scorso mese è deceduto un paziente che in ospedale aveva contratto il germe. «È improprio parlare di “batterio killer” - sottolinea il dottor Paludetto, responsabile del nido - anche perché la situazione è sotto controllo. Abbiamo tranquillizzato i familiari dei piccoli pazienti e se gli esiti delle analisi, oggi daranno risultato negativo, riapriremo ai ricoveri di donne gravide e bambini già da domani mattina». Il germe è stato riscontrato in due pazienti, ma non presenta segni clinici, non si tratta insomma di un'infezione, ma ha colonizzato la laringe dei due piccoli pazienti. «Uno dei due pazienti colonizzati - precisa Paludetto - è risultato già negativo all'acineto bacter, adesso applichiamo le procedure dettate dal buon senso e della scienza e speriamo di debellare definitivamente il germe dall'ambiente». Un caso simile avvenne a dicembre dell'anno scorso, quando, nella struttura ospedaliera universitaria ci fu il blocco dei ricoveri e un numero elevato di bambini colonizzati dal virus. Un altro episodio, simile, anche se meno invasivo, invece, c'è stato quest'estate, quando nella Tin sono stati riscontrati tre casi di “rotavirus”, un virus che porta dissenteria. «È impossibile bloccare tutti i tipi di batteri - conclude la Triassi - purtroppo ci sono dei casi anche se in maniera isolata e con l’aumento delle immigrazioni
aumenteranno». Sotto accusa, in questo caso, sono gli strumenti non monouso utilizzati per l'intubazione endotracheale e le mani del personale non pulite. Per prevenire contagi, infatti, bisogna sterilizzare sempre il materiale non monouso,
anche quello che richiede di essere lavato a freddo. (Fonte: quotidiano "Roma")

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