venerdì 28 ottobre 2011

Inferno pronto soccorso: a lanciare l'allarme sono gli esperti della medicina d'emergenza, riuniti a Roma per il convegno nazionale

di Enzo Musella
La Sanità pubblica in Italia vive di emergenze e in queste ore segna un ulteriore passo indietro. Il motivo che ci induce a continuare a  parlare da malasanità è l'emergenza che vivono i reparti d'urgenza dei nosocomi italiani. Mentre al nord del Paese la situazione sembra meno grave nel Meridione d'Italia, in Campania, l'emergenza è allarmante.  Voci e urla dei pazienti abbandonati nei corridoi su barelle improvvisate. Sale d'attesa stracolme e medici che corrono da una parte all'altra alla ricerca di un posto letto che non c'è.
È una scena che chi lavora nei pronto soccorso italiani conosce molto bene. Ma negli ultimi anni la situazione sembra peggiorata. «Oggi tutti gli italiani che entrano in un pronto soccorso possono finire vittime dei danni alla salute legati al sovraffollamento» di queste strutture. A lanciare l'allarme sono gli esperti della medicina d'emergenza, riuniti a Roma per il convegno nazionale. "Il sovraffollamento dei servizi di emergenza", promosso dal Sindacato professionisti emergenza sanitaria (Spes). «Quando la permanenza nel dipartimento d'emergenza - afferma Maria Pia Ruggeri, presidente della Società italiana medicina emergenza (Simeu) Lazio, supera le 6 ore prima del ricovero in terapia intensiva, la mortalità passa da 8,4% al 10,7%». Ma non è l'unico pericolo che corre chi si reca al pronto soccorso. Il caos generato dal sovraffollamento mette a repentaglio, «la privacy e il decoro umano - sottolinea la Ruggeri - incrementa i rischi d'infezioni ospedaliere, prolunga i tempi di ricovero, aumenta gli eventi avversi e incide pericolosamente sulle cure e sulla mortalità». Per gli esperti a scatenare il sovraffollamento sono soprattutto: i tagli ai posti letto dei nosocomi imposti dai Piani di rientro regionali, mancanza del filtro dei medici di famiglia e delle guardie mediche e una popolazione sempre più anziana. Sono 12 milioni le persone ricoverate negli ospedali italiani ogni anno. Il 20-25% è over 65. Tra tutte le persone che accedono nei reparti di emergenza-urgenza dislocati nel Paese, il 20% viene ricoverato, ma questa percentuale aumenta fino al 45% nelle persone molto anziane. (Fonte: Ansa)

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