sabato 22 ottobre 2011

La RSA della Cisal Università dell’AO Cardarelli prende le distanze dalla possibile e ventilata “riconferma di Rocco Granata alla Direzione Generale del Cardarelli”

di Manrico Giordano
La RSA della Cisal Università, costituitasi recentemente nell’AO Cardarelli, ha ritenuto opportuno diramare un comunicato con il quale prende le distanze dalla notizia ventilata che vedrebbe  riconfermato Rocco Granata, alla direzione generale del più grande nosocomio del mezzogiorno.
Le motivazioni addotte dall’RSA Cisal Università  sono gravi  e circostanziate. Rimprovera al Dg di essere stato il manager che più ha “depotenziato” il Cardarelli con "chiusura di reparti o di interi poli specialistici”, e  non solo,  di avere  nei fatti azzerato la formazione del personale,  di aver tagliato il salario accessorio, e di converso, di continuare nell’uso delle consulenze esterne.  

 Una riprova dei danni causati dall’attuale Direzione Generale dell’AO Cardarelli  - si legge nel comunicato - è la   presenza di barelle, che nonostante le denunce più volte fatte dalle OO.SS e dalle RSA  continuano ad imperversare ovunque, in barba  a tutte le disposizioni sanitarie e/o controlli che ne stabiliscono le esatte ubicazioni dei locali. Siamo in piena confusione. Le barelle scompaiono per magia dalle corsie per riapparire nelle sale di degenza. Nonostante le disposizioni sanitarie non prevedano l’utilizzo di barelle e poltrone day-surgery all’interno delle stanze di degenza, nel padiglione "A" del più grande Nosocomio del Mezzogiorno.  Sembra ormai prassi istituzionalizzata l’uso delle lettighe e delle poltrone, stipate nelle camere, apparentemente per renderle “invisibili”  all’esterno ma, rendendo in tal modo con difficoltà e  a volte impraticabile qualsivoglia manovra degli operatori sanitari all’interno delle camere dei degenti.  L’ultima disposizione della Direzione Operativa DEA,  ha dell’incredibile, prevede l’utilizzo delle barelle anche all’interno della sala oblò reception infermieristica, trasformando in tal modo la sala in una vera è propria gabbia per gli ammalati. La situazione già al limite, è peggiorata dalle mancanze strutturali del padiglione A che in molti reparti non prevede la tisaneria, dalle continue infrazioni dei sanitari sulle disposizioni che obbligano tutti gli operatori all’utilizzo degli spogliatoi padiglionali e dalla mancanza di controlli su quei visitatori che occupano per fumare o chiacchierare o mangiare le uscite di sicurezza sia negli orari di visita ai pazienti che dopo l’orario stesso, rendendo cosi pericolosa la fuga dal padiglione in caso d’incidenti. E non finisce qui la denuncia dell’RSA della Cisal università  che evidenzia la pessima gestione della dirigenza aziendale nei confronti di una parte del personale:  un esempio “ Per gli infermieri è stata prevista una riduzione sostanziosa del lavoro in straordinario,  (solo in caso di lunga malattia da parte di un altro lavoratore, mentre non è previsto in tutti gli altri casi). Ma guarda caso lo straordinario è permesso per quelle figure non assistenziali come i capi servizio". La RSA della Cisal università chiede con forza ai vertici aziendali che vi siano interventi risolutori  per sanare le tante anomalie e deficienze,  di cui solo alcune riportate sopra, la RSA della Cisal Università continuerà a far sentire la sua voce affinchè il rispetto delle regole sia un dovere per tutti e non un’optional, nell’interesse degli operatori tutti, al fine di poter erogare una dignitosa corretta e professionale assistenza ai pazienti ricoverati.


Nessun commento:

Posta un commento