sabato 22 ottobre 2011

Trapianti: la situazione europea è allarmante, in Italia si marcia a due velocità, intanto la vita di 56mila pazienti è appesa ad un filo

di Jacopo Di Bonito
In Europa ogni due ore una persona muore in attesa di un trapianto. Nel 2010, in Italia, uno dei paesi con il maggior numero di impianti effettuati, 511 pazienti sono deceduti attendendo un organo che non è arrivato. I donatori scarseggiano, le terapie farmacologiche sono insufficienti ed il bollettino delle vittime sembra appartenere ad un diario di guerra. Per accendere la luce su questa difficile realtà il Consiglio di Europa, riunitosi ieri a Strasburgo, organizza dal 1998, in collaborazione con uno stato membro, diverso ogni anno, una campagna di sensibilizzazione che trova il suo culmine, quest’oggi, nella “Giornata Europea della Donazione e del Trapianto di Organi”.




Gli obiettivi del Consiglio europeo sono, da un lato, incoraggiare il dibattito sul tema, dall’altro stimolare soprattutto i ministeri della salute affinché sviluppino e promuovano procedure trasparenti ed etiche che salvaguardino il bene e il rispetto dei donatori.
Secondo le cifre fornite dal consiglio, circa 56mila pazienti in Europa attendono da anni un trapianto. Nonostante i passi avanti della medicina, i malati che riescono ad arrivare vivi all’intervento sono pochi. Le malattie, spesso degenerative, non conoscono liste di attesa. Non conoscono i tempi della burocrazia o il dibattito etico sulla donazione degli organi.
L’attesa spesso diviene lunga e stressante. Si aspetta una chiamata, ad un telefono che non squilla, o che spesso squilla troppo tardi. Nonostante le liste di attesa siano affollatissime, ogni giorno un nuovo nome entra in un registro, accodandosi, a chi è vittima dello stesso destino.
L’Italia, in materia di trapianti, marcia a due velocità. Secondo i dati del ministero della salute aggiornati a settembre 2011, la Lombardia è la regione più virtuosa, con il maggior numero di donatori segnalati (313) e donatori effettivi (213), incalzata, in questa vitale classifica, dalla Toscana che con i 266 donatori segnalati e i 151 donatori effettivi, conquista il secondo posto. Tragica è invece la realtà del meridione, dove fanno notizia soprattutto i dati della Calabria, con 48 donatori segnalati e solo 15 donatori effettivi. Non possono stare tranquilli neanche i pazienti in lista di attesa in Campania e in Sicilia, dove la situazione, anche se meno grave di quella calabrese, non è certo rassicurante. “L’Italia potrebbe fare molto meglio”. Spiega il direttore dell’ Organizzazione spagnola per i trapianti (Ont), Rafael Matesanz, che ha realizzato il rapporto in collaborazione con il Consiglio d'Europa. ”Se tutte le regioni fossero in grado di riorganizzare il sistema, migliorando le procedure per ottenere il consenso delle famiglie dell’espianto, i risultati sarebbero diversi”. “Bisognerebbe prendere come modello la Toscana”. Conclude il presidente.
Quando si parla di trapianti non c’è da stare tranquilli. La sorte di molte persone, in Italia come nel resto d’Europa, è strettamente legata al numero di donatori effettivi. La vita di migliaia di malati resta appesa ad un filo, un filo che solo le prossime  donazioni potranno evitare che si spezzi.

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