domenica 23 ottobre 2011

Niente soldi, Policlinici napoletani al collasso

Intervista a Giovanni Persico, Preside della Facoltà di medicina della Federico II°
di Enzo Musella
Sopravvivenza zero e ore contate per le aziende sanitarie universitarie che fanno capo alla Federico II e alla Seconda università di Napoli. Se non vengono firmati e subito i protocolli d'intesa che regolano i rapporti finanziari tra Regione e Università, attesi dal 2007, i due Atenei, loro malgrado, non saranno più in grado di garantire le attività di assistenza, didattica e ricerca per mancanza di personale e soprattutto di denaro. Un scandalo senza precedenti che coinvolgerà migliaia di lavoratori, altrettanti studenti ed un numero impressionante di ammalati che si ritroveranno da un giorno all'altro senza assistenza. A fare il punto su questo paradosso tutto "made in Naples" è Giovanni Persico, preside della Facoltà di medicina della Federico II.
I protocolli d'intesa tra Regione e Università non sono ancora stati firmati. Quale sarà il futuro della Facoltà di medicina che presiede?
"La situazione è drammatica. Per quanto riguarda il protocollo d'intesa tra Regione e Università mi auguro che venga firmato quanto prima. Si tratta comunque di un accordo che ho considerato, fin dal primo momento, pessimo e non risolutivo i problemi dell'azienda sanitaria e della Facoltà di medicina della Federico II. Ma c'è di peggio. L'attuale accordo è diventato obsoleto. Oggi non bastano più i 191milioni di euro previsti nell'accordo, sono stati contratti nuovi debiti e il personale medico e paramedico è diventato assolutamente insufficiente a garantire il buon andamento dell'azienda sanitaria collegata alla Facoltà di medicina. A breve saranno ridotti i posti letto, impossibile ricoverare pazienti se non ci sono infermieri e medici disponibili. Alla base di tutto c'è  l'assoluta mancanza di attenzione da parte della Regione Campania delle reali esigenze di una Facoltà di medicina come la nostra, nella quale il personale medico e paramedico che va in quiescenza non viene sostituito e di conseguenza l'azienda sanitaria universitaria non è in grado di funzionare come dovrebbe.
Non crede che ci siano responsabilità anche da parte dell'Ateneo?
Capisco che viviamo un momento di austerity e che anche noi dobbiamo razionalizzare al massimo, ma occorre agire con intelligenza e tagliare dove ci sono evidenti sprechi. La Regione ci deve mettere in condizioni di operare altrimenti è inutile parlare. Io voglio essere criticato sulle cose che faccio e non sulle cose che materialmente non possono essere fatte".
Assistenza, didattica e ricerca, fino a quando continueranno a funzionare?
La criticità del sistema assistenziale è alle porte. Il sistema si bloccherà a causa della concomitanza di un insieme di fattori. Non vengono pagate le aziende che forniscono servizi essenziali, come: lavanderia, mensa, guardiania, ai quali si aggiungerà a breve l'impossibilita di acquistare i medicinali e se a tutto questo aggiunge l'atavica e grave mancanza di personale, è facile desumere il futuro, non certo roseo, che si prospetta all'orizzonte".
Come uscire da questa impasse?
Occorre considerare che l'attuale condizione in cui versa la Facoltà di medicina della Federico II è la normale evoluzione di un concetto: la formazione universitaria in Campania non è considerata nel modo in cui dovrebbe dalle istituzioni preposte. In un Paese veramente avanzato si investirebbe sempre e solo in formazione, questo è l'unico modo per dare un futuro ai nostri giovani, ai futuri medici che domani dovranno assistere i cittadini.
A chi attribuire la responsabilità di questo status quo?
La responsabilità di questo stato di cose è da attribuirsi ai ministeri della Salute e dell'Università, i quali non ancora capito, ne l'uno ne l'altro, che la Facoltà di medicina ha delle peculiarità che non ha nessuna altra facoltà, infatti e comunque, deve fare assistenza sanitaria e ancor di più un'assistenza adeguata alla formazione. Tutto questo costa denaro, si può risparmiare su tutto ma non sulla formazione, gli studenti di oggi devono frequentare le camere operatorie, i reparti, il pronto soccorso, altrimenti che formazione avranno dopo la laurea. E' un concetto semplice, ma a quanto pare non c'è verso per farlo comprendere a chi di dovere. Penso che non ci sia peggior sordo di chi non vuole ascoltare.

Nessun commento:

Posta un commento