martedì 25 ottobre 2011

Nuovo Policlinico di Napoli: batterio killer, neonati a rischio

Su un bimbo isolato germe contagioso. Chiuso reparto di terapia intensiva del II Policlinico
di Fabio Postiglione - Giornalista quotidiano "ROMA"
Un neonato contagiato da un batterio killer, altri sotto osservazione, genitori in allarme, e oggi c’è un vertice per capire il livello di rischio e le contromisure da adottare. È quello che sta accadendo al Nuovo Policlinico, dove il reparto di terapia intensiva neonatale, uno dei più efficienti e attrezzati d’Italia, è stato interdetto ai ricoveri d’urgenza perché c’è un alto rischio di contagio.

Tutto è successo la scorsa settimana, quando un neonato, nel corso di controlli di routine, è stato trovato positivo all’acineto bacter, ribattezzato il batterio killer degli ospedali. Un batterio in grado di attaccare le vie respiratorie e urinarie e di portare anche alla morte dopo lunghe sofferenza. Al neonato contagiato per fortuna è stato diagnosticato in tempo e trovato solo sulla cute e non nel sangue: non era dunque in atto l’infezione e il rischio per la sua salute è stato minimo tant’è che la cura è stata rapida e il bimbo adesso sta benissimo. Ma in accordo con il primario del reparto, il dottor Roberto Paludetto, si è decisi di chiudere immediatamente il reparto, o meglio di interdire l’accesso ad altri pazienti che arrivavano in pronto soccorso. Donne incinte con problemi, bambini nati prematuri, o neonati con problemi seri che hanno bisogno di restare in osservazione ventiquattrore su ventiquattro. Questo perché, come spiega lo stesso primario, il batterio è altamente contagioso e dato che si è ancora in attesa dei tamponi eseguiti su altri pazienti che erano nel reparto insieme al bimbo contagiato, meglio non rischiare. Anche perché il batterio, se dovesse colonizzare l’organismo di un neonato, ricoverato in terapia intensiva, potrebbe realmente essere letale. Lo stesso rischio potrebbe correrlo una mamma che porta in grembo un bambino. Per questo al momento l’allerta è alta e si sta cercando di comprendere l’entità della colonizzazione e soprattutto i motivi che hanno portato a questo fenomeno che non è raro negli ospedali ma è la prima volta che succede al Policlinico. Dopo l’allarme si è immediatamente deciso di convocare stesso per questa mattina una riunione programmatica per comprendere le misure da adottare per debellare la colonizzazione del batterio killer e capire eventualmente da cosa derivi questo pericolo e di conseguenze le misure da adottare. 
L’allerta è massima perché nel 2004 fu addirittura ratificato un protocollo per l’isolamento dei pazienti con colonizzazione o infezione da germi multiresistenti proprio ricoverati in terapia intensiva. Il documento fu creato ad hoc dalla commissione aziendale per la sorveglianza e il controllo delle infezioni ospedaliere. Il batterio infatti si è scoperto essere assolutamente immune dai trattamenti con gli antibiotici e il contagio avviene per contatto diretto. Il germe passa da paziente a paziente per contatto. Nel protocollo ci sono tutte le fasi che i medici devono adottare quando vengono a conoscenza del contagio. A partire dall’isolamento, fino a precauzioni che vanno dalle mascherine, guanti monouso, camici. L’isolamento spaziale dura circa 48 ore, ma in generale, dice il protocollo, la precauzione deve essere per almeno 72 ore.

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