domenica 27 novembre 2011

Cattiva abitudine dei medici italiani: l’angina cronica viene troppo spesso sottovalutata

di Jacopo Di Bonito
Due milioni di italiani soffrono di angina cronica, eppure la malattia viene troppo spesso sottovalutata. La patologia cardiaca, aumentata in maniera esponenziale in questi ultimi anni, costringe migliaia di persone a sottoporsi all’angioplastiche per riaprire le arterie occluse, ripristinando così il giusto l'afflusso di sangue al cuore. Con le nuove terapie non chirurgiche, l’angina sembra sia stata “dimenticata” dagli specialisti, che la considerano risolta con la sparizione dei sintomi. Per sensibilizzare l’opinione pubblica, l’associazione dei chirurghi ospedalieri, l’Anmco, ha organizzato l’Angina Day in 100 ospedali dislocati in diverse regioni italiane.
Durante la manifestazione si terranno i primi corsi di formazione dei medici specialistici (cardiologici ma anche diabetologici, internisti e medici d’urgenza).
“La diffusione degli scorretti stili di vita, dal fumo alla sedentarietà, hanno fatto crescere il numero delle persone con angina cronica”, afferma Massimo Uguccioni, vicepresidente per le attività culturali dell'Anmco e direttore della Cardiologia dell'ospedale Cto- A. Alesini di Roma, che sottolinea come nonostante l'aumento delle angioplastiche, “circa il 20-30% dei pazienti continua ad avere angina, ovvero soffre di dolore cardiaco in seguito a uno sforzo lieve o in altri momenti della vita quotidiana, come si deduce dai dati di prescrizione dei più comuni farmaci anti-anginosi”.
Gli interventi di angioplastiche, aumentati del 5,6% nel triennio che va dal 2007 al 2010, non sempre risolvono il problema. “C'è un mondo sommerso di pazienti anginosi che continua a convivere con il dolore cardiaco - prosegue Uguccioni - che si manifesta nonostante le procedure interventistiche. Da qui la necessità di ottimizzare la terapia farmacologica sia con le opzioni tradizionali come betabloccanti, nitrati, statine, antiaggreganti, sia con l'impiego di nuovi farmaci oggi disponibili”.
I corsi di formazione promossi dall’Angina Day dovranno richiamare l’attenzione dei medici alla valutazione degli effettivi sintomi dei pazienti con angina cronica.
“In Italia i malati di angina cronica non possono essere lasciati soli”. Spiega Uguccioni.
“Questo segmento di persone – precisa il vicepresidente dell’Anmco -  non può essere trascurato e i medici dovrebbero adottare, come sta accadendo da alcuni anni negli Stati Uniti, nuovi strumenti di valutazione della gravità della patologia che misurino efficacemente la qualità della vita, oltre che la persistenza di sintomi. Solo così – conclude Uguccioni -  si potrà allineare la percezione del medico con quella del paziente su questa patologia”.


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