domenica 6 novembre 2011

L'Italia è stata commissariata dall'Europa. Ora ci tocca il »test della realtà«. Berlusconi: "non mollo" Esplode la protesta delle opposizioni. Una decina di deputati del Pdl abbandonano il premier. Ora l'Italia è ingovernabile

di Enzo Musella
E' stata una settimana terribile quella appena terminata che ha coinvolto, stravolto e destabilizzato l'intero sistema economico italiano. Da una parte Berlusconi che non ha nessuna intenzione di dimettersi, lasciando spazio ad un governo di transizione nazionale e dall'altra l'Europa che dopo il G20 di Cannes ha di fatto commissariato il  nostro paese. L'Italia è ad un passo dalla recessione economica, coprire, almeno in parte, i 1900miliardi di euro dei debito pubblico, è un impresa impossibile e l'Europa lo sa. Ciò nonostante Berlusconi punta i piedi a terra e dichiara: «Girano nei palazzi romani chiacchiere e pettegolezzi su un argomento: le dimissioni di questo Governo. Mi spiace di deludere i nostalgici della Prima Repubblica quando i governi duravano in media 11 mesi, ma la responsabilità nei confronti degli elettori e del Paese impongono a noi e al nostro Governo di continuare nella battaglia di civiltà che stiamo conducendo in questo difficile momento di crisi».

Siamo in un vicolo ceco, dal quale uscire è difficile soprattutto ora che il "Belpaese" sarà sotto l'occhio vigile della Fmi che ogni tre mesi invierà i propri economista per verificare il lavoro effettivamente svolto e promesso all'Ue. E' una vergogna per l'Italia e gli italiani, una vergogna che questo paese certo non meritava. L'Italia sarà monitorata, sorvegliata, certificata, commissariata. Le reazioni del mondo politico, economico, culturale e sociale del Paese hanno reagito e male e all'unisono. Del resto, è lo stesso direttore generale del Fondo, Christine Lagarde, a parlare chiaro in un'intervista a Le Monde: gli ispettori di Washington sottoporranno l'Italia e il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi al »test della realtà«. La traduzione più drastica la fa i leader della Cgil, Susanna Camusso. Il paese è »sotto commissariamento, è una umiliazione che l'Italia non merita«. E arriva subito la diretta conseguenza. »Ora bisogna che il governo se ne vada e il paese si doti di un governo autonomo, perchè questa è anche la condizione per non essere sotto commissariamento«. Altrettanto netta la posizione assunta dal Financial Times. »Che il Fmi monitori i progressi di Roma può solo essere positivo«, scrive il quotidiano britannico in un editoriale. Tuttavia, avverte, »tutto questo rischia di essere minato dalla permanenza del suo attuale premier«. Quindi, conclude il quotidiano finanziario, »dopo due decenni di spettacolo inconcludente, le uniche parole da rivolgere a Berlusconi rimandano a quelle usate un tempo da Oliver Cromwell. In the name of God, Italy and Europe, go!«.
Il leader di Confindustria, Emma Marcegaglia, parla in un video registrato per il convegno nazionale dell'Ance in corso a Torino. »Viviamo un momento molto complicato di rallentamento dell'economia globale«, premette, per poi ribadire quello che sostiene ormai da tempo: »l'Italia vive un problema di credibilità. Bisogna trovare la forza di reagire a questa situazione«. Sempre da Torino, arrivano le valutazioni di un imprenditore di lungo corso come Cesare Romiti. E le sue parole sono ancora più esplicite. »Così non si può andare avanti e bisogna che questo governo lasci il passo ad altri com'è sempre successo nella storia«, scandisce, aggiungendo che questo »non può che essere, a questo punto, addebitato ad altri se non ai parlamentari di maggioranza e a coloro che lo sostengono«. L'ex amministratore delegato di Fiat guarda anche alle possibili soluzioni di quella che ritiene una inevitabile crisi di governo. »Non serve un governo tecnico. Bisogna individuare una persona che abbia grande credibilità internazionale e grande prestigio e, intorno a questa, costruire un nuovo governo che possa prendere decisioni rapide e anche dolorose«. La conclusione dell'analisi torna inevitabilmente alla premessa. »La situazione attuale è intollerabile e ogni giorno che passa diventa più grave per il nostro Paese. Il governo deve lasciare il passo ad altri«, dice tra gli applausi della platea dell'Ance.
Da Bologna, invece, arriva la sentenza dell'ex premier ed ex presidente della Commissione Ue, Romano Prodi. »Purtroppo per come l'Italia ha agito, anche se non lo meritava, la fiducia in chi ci governa non esiste più«, afferma, parlando di un G20 che »invece di guardare al mondo, ha guardato a noi«. In sostanza, fa notare, a Cannes ha tenuto banco il caso Italia e »l'unica conclusione è nella severa reprimenda, nel metterci sotto tutela«. Partecipa allo stesso evento, alla lettura annuale de 'Il Mulino', il direttore generale della Banca d'Italia, Fabrizio Saccomanni. Non entra, ovviamente, nel merito delle questioni politiche ma risponde alla domanda dei giornalisti, che chiedono come il Paese possa risollevarsi. E ricorda: »la Banca d'Italia ha scritto pagine e pagine su come uscire da questi problemi« di declino economico nazionale. »L'economia italiana ha cominciato a declinare negli ultimi 20, 30 anni. C'è stato un deterioramento della produttività e della competitività che è legato al deterioramento del capitale sociale e umano«. Un processo che, assicura Saccomanni, può essere arrestato. »Assolutamente no, ma non è facile«, risponde a chi chiede se il declino sia irreversibile. E la ricetta, appunto, è nelle pagine che Via Nazionale ha scritto con puntualità, nelle considerazioni finale del governatore e in tutti i bollettini economici, con un appello ripetuto nel tempo per le riforme strutturali.
Anche gli esponenti del mondo della finanza guardano avanti senza precludere la possibilità di una inversione di tendenza. »La situazione è difficile, ma l'Italia può cambiare la direzione dei mercati«, sostiene Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Unicredit. A patto, però, di reagire subito. »L'economia soffrirà, ma non è scontato che si entri in recessione. L'imperativo è arrivare a interventi rapidi per frenare la volatilità dei mercati e abbassare lo spread«. Secondo il banchiere, infatti, »l'Italia è un Paese ricco e ha le risorse per farcela«. Sarcinelli, presidente di Dexia Crediop, ex direttore generale del Tesoro ed ex vice direttore generale di Bankitalia, parla del monitoraggio del Fondo monetario internazionale sugli impegni che l'Italia ha assunto in sede europea. E chiarisce, innanzitutto, che sul fronte della politica economica »non cambia nulla nelle scelte«, poiché »l'arrivo di una missione del Fmi ogni trimestre certifica, per il momento, solo la perdita della nostra credibilità internazionale«. Guardando invece avanti, agli sviluppi politici e alla conseguenze che possono avere nei rapporti con l'istituzione di Washington, Sarcinelli si dice convinto che »se veramente ci sarà discontinuità nei comportamenti, piuttosto che negli equilibri governativi, la guardiania del Fondo verrà senz'altro meno«. (Fonte: Adnkronos - Ansa)

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