martedì 22 novembre 2011

Nuove assunzioni per il 2011: sempre più aziende scelgono i contratti a termine

di Jacopo Di Bonito
Contratti a termine, stagionali o d’apprendistato. Il mondo del lavoro oramai funziona solo così. Delle 92mila assunzioni programmate per l’ultima parte del 2011, il 71% saranno contratti a termine, mentre solo la restante parte, il 29%, saranno assunzioni a tempo indeterminato. In altre parole, più di metà dei nuovi assunti avrà un contratto che scade da lì a qualche anno. Secondo i dati dell’indagine trimestrale Excelsior, il sistema informativo di Unioncamere e Ministero del Lavoro, le aziende, per l'ultima parte dell'anno, creeranno occupazione precisamente per 91.800 persone, un numero lievemente inferiore rispetto allo stesso periodo del 2010. Le cifre più interessanti riguardano le modalità di reclutamento. Nel dettaglio il 29,1% (26.713) avrà un posto fisso, il 62,8% (57.650) un contratto a tempo determinato e il 4,7% (4.314) sarà assunto attraverso l'apprendistato.
A fare notizia è, però, il numero dei contratti stagionali, ovvero di breve se non brevissime durata, che rappresenteranno quasi un terzo delle assunzioni totali (31,3%) e la metà di quelle a tempo. Il quadro non cambia neppure se si escludono i contratti stagionali. Così facendo l'incidenza degli impieghi “stabili” sale al 42%, ma, spiega il bollettino Excelsior, comunque risultano in calo. L'indagine fa notare che, tra il totale delle assunzioni a termine, incluse quelle stagionali, solo una “quota molto modesta (di poco superiore al 10%)” è finalizzata ad approfondire “la prova” dei candidati in vista della trasformazione a tempo indeterminato del rapporto di lavoro. Il dato la dice lunga su cosa c'è da attendersi, “prefigurando nei mesi a venire una quota di stabilizzazione dei rapporti ugualmente bassa”. Ciò che più preoccupa,  è che saltando da Nord a Sud, o da settore a settore, la situazione non cambia. Sempre più persone rischiano di veder nascere un progetto, senza poi poterne vedere la fine. Il non sapere se un contratto si trasformerà prima o poi in un impiego a tempo indeterminato, è tra le condizioni di vita più assurde che il nostro millennio presenta. (Dati rilevati dall’Ansa)

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