La costruzione del nuovo Policlinico a Caserta è una ennesima storia di malaffare e cattiva gestione della Sanità pubblica in Campania, che dura da 16 anni. Il cantiere fermo da oltre 4 anni doveva riaprire a fine luglio, stando a quanto dichiarato, nello stesso periodo, da Francesco Rossi, rettore della Seconda Università di Napoli. Così non è stato. Ieri il sindaco di Caserta, Pio Del Gaudio ha chiesto ufficialmente al governatore Caldoro di tendere una mano al Comune di Caserta, collaborando nel completamento del Policlinico. Ieri, l'incontro, durato oltre due ore, tra Stefano Caldoro, presidente della Regione Campania e il primo cittadino di Caserta. "Il presidente Caldoro – ha spiegato Del Gaudio - mi ha tranquillizzato sulla ferma volontà della Regione di contribuire all'ultimazione del Policlinico, collaborando gomito a gomito con il Comune.
Solo in questo modo, - rincara - l'opera potrà essere portata a termine senza problemi. Ovviamente, il tutto dopo aver superato fase amministrativa che sta sviluppando la Seconda Università degli studi di Napoli, ed in particolare il rettore Rossi. Il presidente Caldoro – continua il sindaco - mi ha assicurato che attorno ad un tavolo si discuterà della proroga e della rivisitazione dell'accordo di programma, oramai scaduto, per garantire che il Policlinico possa vedere la sua luce quanto prima e ancor di più che già sono stati sbloccati 40 milioni di euro dei fondi Più Europa".
L'idea di fondo resta la stessa: anche con il dissesto, bisogna andare avanti. E Pio Del Gaudio, che la prossima settimana confida di incontrare Angelino Alfano, continua a sperare che la situazione di impasse che vede la costruzione del nuovo Policlinico ferma la palo da oltre 16 anni, si sblocchi.
Stando alle dichiarazioni c'è da ben sperare, ma bisogna fare i conti con la situazione di impasse in cui ristagnano i lavori di costruzione della nuova struttura universitaria.
Infatti, la quarta ditta di costruzione in elenco, alla quale è stato affidato l'incarico, rinuncia all'appalto. A questo punto il Cda della Sun è costretto a dover interpellare la quinta ed ultima ditta in graduatoria e sperare che questa accetti l'incarico. Dietro l'angolo, l'incubo. Se la quinta ed ultima ditta, in elenco, per la costruzione del presidio ospedaliero, rinuncia alla esecuzione dei lavori, il Cda della Sun è obbligato a bandire una nuova gara europea per l'ultimazione del Policlinico di Caserta. Un disastro senza precedenti, in termini economici e temporali. Infatti, solo per bandire la gara europea di appalto saranno necessari 18 mesi e ben 4 anni per sperare nell'ultimazione dei lavori. Ma c'è di peggio. Con la nuova gara di appalto cambierà anche il costo della costruzione, superiore di oltre 30milioni di euro da aggiungere ai 150 milioni di euro già previsti nell'appalto precedente.
Ma in Campania, al peggio non c'è mai fine. Infatti, verranno persi anche 16 milioni di euro, soldi stanziati dal Comune di Caserta per le infrastrutture ed i collegamenti da realizzarsi nella zona dove dovrà sorgere il nuovo Policlinico di Caserta. Pio Del Gaudio, sindaco di Caserta, oggi scalza, perchè a suo tempo si impegnò con il Rettore e l'intero Cda della Sun, a realizzare iniziative riguardanti l'accoglimento e l'intrattenimento delle migliaia di studenti che dovevano alloggiare a Caserta. "Tutto questo - spiegò il sindaco di Caserta - doveva andare incontro ai tanti investimenti che la Sun ha realizzato in questi anni recuperando alcuni edifici non più utilizzati, come il Palazzo delle Poste, che presto verrà occupato dalla Facoltà di Psicologia". Insomma, un bel pasticcio, e per capirlo meglio dobbiamo fare un passo indietro.
La storia della costruzione del Policlinico di Caserta inizia nel 2004. Era prevista un'opera colossale che prevedeva 1461 giorni, e precisamente un milione e 753mila e 200 ore di lavoro necessarie per completare la struttura, ovvero quattro anni: la data presunta di fine lavori era stata indicata al 28 dicembre 2008.
I lavori si bloccano nel 2009, il Cda della Sun dichiara risolto il contratto d’appalto con l’Immobilgi per “gravi e continue inadempienze”. Esattamente dieci anni prima, il 31 marzo del 1999, c’era stato l’accordo di Programma con i Ministeri (Università e Sanità) e gli enti locali che, dopo quattro anni, dava finalmente corpo a un trasferimento fino a quel punto confinato tra le buone intenzioni di un riequilibrio territoriale sempre disatteso. Con la costruzione del Policlinico a Caserta infatti si dovevano delocalizzare i posti letto dal centro storico di Napoli a Caserta.
Al momento c'è una sola certezza. L'azienda sanitaria che fa capo alla Secondo Università di Napoli è sull'orlo della bancarotta e la facoltà di Medicina della stessa università non riesce più a garantire didattica e ricerca. La realizzazione del Nuovo Policlinico di Caserta è una speranza per tanti operatori sanitari costretti ad operare in una struttura fatiscente e non idonea, né all'assistenza, né alla didattica, come i padiglioni di piazza Miraglia. Speriamo che non rimanga solo una speranza.
Direi che affermare -come a fine articolo- che la Facoltà di Medicina della S.U.N. non riesca a garantire neppur la didattica, sia senzameno una pura invenzione del firmatario dell'articolo. Di difficoltà ve ne sono per certo, ma il personale docente si prodiga normalmente al massimo sì che gli allievi, di Napoli come di Caserta, ricevano la giusta istruzione, esattamente al pari di quanto accada in altri Atenei.
RispondiEliminaL'osservazione è senza dubbio accettabile. Occorre però osservare che è stata inserita nel contesto di uno scandalo come quello della costruzione del Nuovo Policlinico di Caserta che certò non agevola l'attività di didattica della Facoltà di Medicina della Sun. Inoltre, all'ononimo lettore, occorre ricordare che sia la Facoltà di Medicina che l'azienda sanitaria che fanno capo alla Sun soffrono da tempo della mancanta sottoscrizione dei protocolli d'intesa che regolano i rapporti finanziari tra Regione e Università. Protocolli che non vengono firmati dal 2007. In diverse occasioni, sia il Preside della Facoltà di Medicina della Federico II, Giovanni Persico, che il Preside Giuseppe Paolisso della Sun non hanno celato preoccupazioni nel poter ancora garantire non solo l'assistenza ma anche didattica e ricerca senza adeguati fondi.
RispondiEliminaSpero di essere stato esaustivo. Rimango comunque a disposizione per ulteriori chiarimenti. Ringrazio per l'attenzione, un po meno per l'anonimato.
Enzo Musella