martedì 29 novembre 2011

Policlinico Agostino Gemelli: «troppi adolescenti internet-dipendenti». Tonioni: «La scuola è il primo fattore che ne risente»

di Valeria Pollio
Da una recente indagine del Censis è emerso un aspetto in apparenza poco inquietante, forse quasi scontato, che in realtà non dovrebbe essere sottovalutato. “Italiani, popolo di web dipendenti e tele dipendenti”. Ecco il risultato di questa ricerca, leggete con attenzione. Internet nel 2011 sta superando la soglia del 50% (53,1%) di utenti che si collegano per informarsi. Ma siamo proprio sicuri che serva solo a questo? A quanto pare no. Molti teenager, che inizialmente hanno mostrato di padroneggiare la situazione, adesso si ritrovano totalmente inghiottiti dal cyberspazio, il mondo virtuale. La preoccupante notizia arriva dal Policlinico Agostino Gemelli di Roma, dove da circa due anni, è attivo un ambulatorio che si occupa esclusivamente di disturbi del comportamento legati all’uso compulsivo e ossessivo di Internet.





Davvero non ne riescono a fare a meno, e ciò a scapito dell’istituzione scolastica. Circa 300 giovani web-dipendenti ( di età compresa fra i 12 e i 22 anni) sono giunti presso il Policlinico Gemelli dal 2009 ad oggi, schiavi di social network e giochi sulla Rete. Il 20% ha dichiarato di aver abbandonato la scuola per dedicarsi, in modo esclusivo, al mondo virtuale. Vita sociale, zero. “Per questo gruppo di pazienti non parlo di dipendenza patologica (che di solito si svolge in un contesto autistico come per i fruitori di siti per adulti), ma di psicopatologia web-mediata e si tratta di episodi di abuso più che di dipendenza. E’ la stessa differenza che esiste tra un giovane che più volte al mese ha le sbornie e l'alcolista cronico”- afferma Federico Tonioni, psichiatra, responsabile dell'Ambulatorio per la dipendenza da Internet presso il Policlinico Agostino Gemelli -. Diversi sono i problemi da risolvere, tra i tanti c’è soprattutto quello di ristabilire il contatto con il mondo reale, quindi con la società . Purtroppo tra le tante istituzioni, oltre alla famiglia, “la scuola è quella che ne risente, insieme a un progressivo ritiro sociale, nonostante la tendenza di questi pazienti sia sempre alla ricerca del contatto con gli altri (pensiamo ai social network che nascono proprio per “conoscersi” on line) e questo perché l'adolescente vive di relazioni con il suo gruppo di pari”, ovviamente non face-to-face – continua Tonioni -. “Chi invece non ha abbandonato gli studi, continua a fatica - sottolinea lo psichiatra - con un profitto sempre più basso”. Cosa che preoccupa ancora di più è che i giovani non si accorgono di avere un problema, “questo perchè sono nati e cresciuti nell'era digitale, eppure vivono una spiccata ideazione paranoidea e uno scarso rapporto con le proprie emozioni e con il loro corpo, il grande assente nelle relazioni massmediatiche. Quando non si è a portata di contatto fisico, tutta la comunicazione non verbale e l'emotività non si attiva, quindi possiamo parlare di argomenti che face to face imbarazzerebbero moltissimo senza arrossire davanti allo schermo. Questo, alla lunga, - conclude Tonioni - può favorire le relazioni dei ragazzi più timidi, ma può essere il colpo di grazia in persone che potrebbero beneficiare di comunicazioni dal vivo”. (fonte AGI) Lo psichiatra ha lanciato anche un messaggio, in vista delle festività natalizie, ai genitori che intendono regalare ai propri figli smartphone ed altri strumenti che consentono la connessione ad Internet. “Se proprio dovete regalare un telefonino ai vostri figli (comunque sarebbe meglio evitare, dato i potenziali danni al cervello), pensate che con uno smartphone state mettendo nelle mani dei ragazzi una finestra su contenuti che non potrete gestire, la possibilità, sempre e ovunque, non solo di cercare contenuti ma anche di imbattersi, fuori dal vostro controllo, in immagini di pedofilia, siti vietati o semplicemente immagini scioccanti come il pitbull che sbrana un piccolo cane”.

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