domenica 20 novembre 2011

Sanità: Convegno annuale Associazione Nazionale Strutture Terza Età; l’Italia sarà sempre più vecchia e il Welfare più aziendale


di Marina Ranucci
L’Italia sta invecchiando rapidamente. Ogni anno gli over 65 aumentano di 2 milioni, e si calcola che tra 30 anni, il “Belpaese” sarà la nazione più anziana d’Europa. È quanto emerge dall’ultimo convegno dell’Anaste (Associazione Nazionale Strutture Terza Età). Ed in questo momento storico, dove le spese sanitarie non sono più coperte a seguito dei tagli alla spesa pubblica, il welfare sembra assumere una dimensione sempre più “aziendale”. «È l'aumento dell'offerta integrativa nei rinnovi contrattuali 2009-2011 a venire in soccorso alle nuove povertà che anche tra i lavoratori monoreddito si registrano
 - sottolinea Grazia Labate, ricercatrice in economia sanitaria e coordinatore del Tavolo tecnico sui fondi sanitari presso il Ministero della Salute - In Europa le spese sanitarie, non più coperte dopo i tagli alla spesa pubblica, - continua la Labate - vengono oggi affrontate per il 3,3% tramite fondi negoziali; in Italia, l'offerta integrativa rappresenta il 2,3%, e delinea un welfare sempre più aziendale e meno incidente sul bilancio del Paese, spesso poi le spese sanitarie sono affrontate di tasca propria dalle famiglie». Così il welfare,  quel sistema di norme con il quale lo Stato dovrebbe cercare di eliminare le diseguaglianze sociali ed economiche fra i cittadini, aiutando in particolar modo i ceti meno abbienti tramite interventi soprattutto sull’assistenza sanitaria e l’assistenza d’invalidità e di vecchiaia, vede oggi concentrarsi di più su sussidi familiari per quei lavoratori in caso di accertato stato di povertà o bisogno attraverso l’offerta integrativa nei rinnovi contrattuali 2009-2011, assumendo quindi un carattere di cosiddetto “welfare aziendale”. «L’Italia - ha precisato Isabella Mastrobuono, Direttore Sanitario del Policlinico Tor Vergata e sub commissario alla Sanità  della Regione Molise - è caratterizzata da una percentuale di anziani che ha ormai superato il 20%, oltre 12 milioni di persone di cui 1.098.000 non autosufficienti secondo i dati Istat 2007. Il finanziamento per la sanità pubblica è oggi pari a 106 miliardi di euro e aumenterà solo dello 0,5% nel 2012 e dell'1,4% nel 2013, con una riduzione della spesa di circa 8 miliardi di euro – continua Isabella Mastrobuono - e tutto a danno di anziani, disabili e delle loro famiglie, sempre più spesso spinte in situazioni di povertà dalla crisi economica in atto». Secondo lo studio della ricercatrice Grazia Labate, basato su dati della Ragioneria di Stato, a fronte di una spesa sociale pari al 9,5% del Pil, l'Italia si colloca tra i Paesi Ue che hanno registrato una significativa crescita della spesa privata, che è cresciuta dall'1,5% del 1985 al 23,5% del 2007, fino al 29% del 2010. E il livello massimo di contribuzione sulla spesa privata da parte delle famiglie si registra In Friuli (27,2%) e in Emilia Romagna (26,2%).  Insomma una spesa che per i servizi non più coperti dal Servizio Sanitario Nazionale, diventa “catastrofica” per il 4,1% delle famiglie italiane. Ed in questo quadro, emerge dal convegno la richiesta del Presidente Anaste e Federsalute, Alberto De Santis: «la costituzione di un “Fondo Unico per la non autosufficienza”, unica soluzione per affrontare l'emergenza socio sanitaria». (Dati rilevati: Ansa)



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