martedì 20 dicembre 2011

Mangiare troppo invecchia il cervello: scoperto “l’elisir” che lo mantiene giovane

di Jacopo Di Bonito
Chi mangia poco ha il cervello più giovane. A sostenerlo sono i ricercatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, autori di una scoperta molto interessante. Secondo gli esperti, infatti, il cervello di chi mangia meno rimarrebbe giovane grazie ad una proteina, detta Creb 1, la cui attività verrebbe innescata con la restrizione calorica. L’esperimento, effettuato sul cervello dei topi, ha dato risultati sensazionali. Con una dieta rigorosa la molecola in questione attiva alcuni geni legati alla longevità e al corretto funzionamento del cervello permettendo alla materia grigia di rimanere giovane. Insomma, se si rinuncia a qualche caloria di troppo, il cervello invecchia molto più lentamente.

“I nostri risultati - evidenzia Pani, ricercatore presso l'Istituto di Patologia generale della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'ateneo capitolino - identificano per la prima volta un importante mediatore degli effetti della dieta sul cervello. Questa scoperta ha importanti implicazioni per sviluppare terapie future per mantenere giovane il nostro cervello e prevenirne la degenerazione e il processo di invecchiamento”.
La ricerca, pubblicata su “Proceedings of the National Academy of Sciences” ha riscosso un notevole successo tra gli operatori del settore. La scoperta, del tutto innovativa, si inserisce in una letteratura medica iniziata già diversi anni fa. Studi precedenti infatti avevano evidenziato come l’obesità fosse talvolta alla base di malattie degenerative come l'Alzheimer ed il morbo di Parkinson, mentre ancora nulla era stato scritto sui positivi effetti che le diete avessero sul cervello.
“Il nostro studio – spiega Pani - ha messo in luce la correlazione fra malattie metaboliche come il diabete e l'obesità ed il declino delle attività cognitive. La nostra speranza – conclude il ricercatore -  è di trovare un modo per attivare Creb1, ad esempio attraverso nuovi farmaci, in modo da mantenere il cervello giovane, senza la necessità di una dieta ipocalorica”. Riuscire a trovare un modo per stimolare la molecola Creb 1 senza doversi limitare a tavola, è l’obiettivo dell’equipe romana.
La nuova sfida è stata lanciata. La ricerca italiana, nonostante i tagli operati dallo scorso governo, vive di un’eccellenza che il resto del mondo ci invidia.



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