mercoledì 14 dicembre 2011

“Turismo dentale” verso la Croazia, Romania ed Ucraina: odontotecnici italiani sono sul piede di guerra

di Jacopo Di Bonito
C’è chi sceglie mete esotiche per trascorrere la luna di miele, chi preferisce viaggiare in auto o in barca e chi invece si fa migliaia e migliaia di chilometri per risparmiare sulle cure dentali.  Questa nuova moda, che preoccupa e non poco gli odontotecnici italiani, si chiama “turismo dentale” ed un numero sempre maggiore di europei scelgono di seguirla.Croazia, Romania ed Ucraina sono da anni le mete più ambite. Il gran numero di pazienti che si affidano a specialisti dell’Europa dell’Est ha permesso la creazione di vere e proprie agenzie di viaggio all’interno delle cliniche, che organizzano l’intero soggiorno sul territorio. Gli italiani sembrano apprezzare e non poco questo tipo di turismo. Prezzi ribassati ed un’eccellente professionalità sono i motivi principali alla base della scelta.
Ma gli odontotecnici italiani non ci stanno e dichiarano guerra al “turismo dentale”. “Questo tipo di turismo - osservano in una nota Stefano Silvestroni e Massimo Venerato del Collegio Italiano Odontotecnici di Confesercenti - non è fatto solo di operatori senza titolo che forniscono dispositivi protesici, ma anche di operatori stranieri che fanno uso di materiali scadenti e non in regola con i severi parametri dell'Unione Europea”.  
La regione italiana che maggiormente si è distinta nella lotta contro il “turismo dentale” sembra essere l’Emilia Romagna, che attraverso le organizzazioni di rappresentanza degli odontotecnici ha deciso di promuovere un coordinamento regionale e lanciare una campagna di informazione “Chi c'è dietro al tuo sorriso?”, finalizzata a sottolineare che, “dietro al sorriso di tanti, ci sono la competenza e la capacità di uno o più odontotecnici - come afferma il neo-portavoce regionale Giorgio Rocca - un “Made in Italy” fatto di competenza clinica e tecnica che va riaffermato sul mercato nazionale e internazionale”. “Ci vorrebbe – ha concluso Rocca – una regolamentazione dell’attività che aggiorni il profilo professionale della categoria e soprattutto servono norme chiare per le imprese fabbricanti dispositivi protesici”.
A risentire della scelta di migliaia di italiani di seguire le sirene dell’est Europa sono le centinaia di aziende nostrane costrette al fallimento. Si è passati, in appena dieci anni, dalle 16mila aziende odontoiatriche sul territorio nazionale, a poco più di 12mila, con un notevole incremento della disoccupazione nel settore.
Insomma, tutti fuggono dall’Italia: chi per cercare fortuna, chi per imparare una lingua straniera, chi per risparmiare anche solo poche centinaia di euro.




1 commento:

  1. Eh si, porta via lavoro ai nostri dentisti ma, permette a gente in crisi di risparmiare parecchie migliaia di euro..si potrebbe invece scendere ad un compromesso no?

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