domenica 29 gennaio 2012

Il brevetto tutto made in Naples

Brevettato da un team di ricerca di Napoli il vaccino contro l’Alzheimer, al via le sperimentazioni

di Valeria Pollio
A Napoli finalmente un caso di buona sanità, dopo le tante notizie che hanno fatto e fanno discutere. Il brevetto della scoperta del vaccino contro l’Alzheimer spetta, infatti, ad un team di ricerca di due strutture del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Napoli: l’Istituto di genetica e biofisica (Igb) e l’Istituto di biochimica delle proteine (Ibp). Il vaccino, per ora testato solo su topi da laboratorio, si chiama (1-11)E2; questa molecola scatena una risposta immunitaria contro il beta–amiloide, un peptide che si accumula nel cervello dei malati di Alzheimer causando irreparabili danni alla memoria e alle capacità cognitive del soggetto colpito.
                                                                                                 
Lo studio è già stato pubblicato sulla rivista “Immunology and Cell Biology”. La molecola (1-11)E2 nasce dalla fusione in provetta di due proteine differenti; si tratta, infatti, di un frammento del peptide beta-amiloide e di una proteina batterica. “Sono ormai 10 anni che ricercatori di tutto il mondo stanno esplorando la possibilità di prevenire l’Alzheimer con un vaccino – esordisce così Antonella Prisco, dell’Igb-Cnr, coordinatrice della ricerca -. “Il vaccino che abbiamo prodotto induce rapidamente una forte risposta anticorpale contro il peptide beta-amiloide e polarizza la risposta immunitaria verso la produzione di una citochina anti-infiammatoria, l’interleuchina-4, confermando le proprietà immunologiche auspicate” – tiene a precisare la ricercatrice dell’Igb-Cnr -. “Le prime sperimentazioni sull’uomo – spiega - hanno acceso molte speranze, ma purtroppo hanno anche evidenziato possibili effetti collaterali gravi che ne impediscono l’utilizzo”. Fino ad ora il vaccino è stato testato solo su topi, ma si spera di oltrepassare la fase pre-clinica. “Usando il bagaglio di esperienze accumulato, abbiamo messo a punto la molecola (1-11)E2, cercando di minimizzarne i rischi per l’organismo e di ottimizzarne l’efficacia terapeutica” – ha concluso la coordinatrice Prisco, entusiasta del lavoro svolto dal team -. E’ una grande scoperta. Si pensi che “attualmente si ricorre ampiamente ai vaccini per prevenire le malattie infettive, non per debellare anche in parte una patologia come l’Alzheimer” – ha dichiarato Piergiuseppe De Berardinis dell’Ibp-Cnr -. Chi lo avrebbe mai detto, un vaccino per difendere dall’oblio i ricordi di una vita. La ricerca intanto continua, infatti, De Bernardis rivela: “ora stiamo lavorando sui ‘carrier’, molecole o micro-organismi utili a convogliare la risposta immunitaria sui bersagli desiderati”. Dai dati del Rapporto Alzheimer Aima, che sarà presentato il prossimo 30 gennaio proprio a Napoli, si legge che solo in Campania esistono dai 60.000 agli 80.000 casi di demenza causata da questa patologia che irrompe improvvisamente nella vita di alcuni anziani. Gli unici a prendersi cura di loro sono i familiari; sembra siano circa 200.000 coinvolti direttamente. In tutta Italia, gli ammalati di Alzheimer, sono più di 500mila. Il 5% di questi convive con la patologia a partire dai 60 anni. Fra le varie terapie non farmacologiche proposte per il trattamento della demenza di Alzheimer, la terapia di orientamento alla realtà (ROT) è quella che fino ad ora si è mostrata efficace. Questa terapia è finalizzata ad orientare il paziente rispetto alla propria vita personale, all’ambiente e allo spazio che lo circonda tramite stimoli continui di tipo verbale, visivo, scritto e musicale. Speriamo si rivelino efficaci anche le terapie farmacologiche sperimentate fino ad ora, prima fra tutti il vaccino. La scoperta, per cui è stato depositato un brevetto internazionale, è un motivo di vanto per la nostra regione.

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