domenica 29 gennaio 2012

LA RICERCA - Il progetto Coltheres

Un gruppo di ricercatori italo-svedese mette a punto un mix di farmaci contro le neoplasie “resistenti”
di Valeria Pollio
Il progetto Coltheres, alla quale partecipano dieci gruppi europei di Italia, Spagna, Inghilterra, Belgio, Svizzera, Olanda, continua le ricerche e le sperimentazioni per affinare le armi contro ogni forma di cancro. Le ultime sperimentazioni riguardano le neoplasie “resistenti” alle cure previste dai protocolli internazionali.
Un gruppo di rcercatori italo-svedese, facente parte del progetto, sembra stia sperimentando l’efficacia di un mix di farmaci contenente Vemurafenib (farmaco utilizzato per il trattamento di melanoma metastatico) per la cura di forme tumorali difficilmente trattabili. Questo studio, pubblicato sulla rivista scientifica “Nature”, sta già facendo parlare di sé. Potrebbe infatti rivoluzionare le classiche terapie anti-tumorali, regalando maggiori speranze ai pazienti oncologici. La ricerca, realizzata anche da ricercatori italiani attivi presso l’Istituto di Candiolo, ovvero Federica Di Nicolantonio, responsabile del nuovo laboratorio di ricerca di Farmacogenomica della Fondazione Piemontese per la ricerca sul cancro Onlus, e Alberto Bardelli, docente dell'Università di Torino e direttore del laboratorio di Genetica molecolare, ha ormai superato la fase pre-clinica e probabilmente ad Aprile sarà testato sugli uomini, in Olanda. Il gruppo di ricerca ha scoperto che il vemurafenib, per il trattamento di alcuni tipi di carcinoma al colon-retto (3 mila ogni anno solo in Italia) non è efficace in quanto provoca l'attivazione di un recettore di membrana (l'Egfr). Per questo si è deciso di creare un particolare cocktail di farmaci che, insieme al vemurafenib, dovrebbe neutralizzare la resistenza del cancro e bloccarne la crescita. “È un'altra mossa vincente in quella che si potrebbe definire la partita a scacchi contro il cancro, un avversario scaltro e sfuggente” – hanno dichiarato Bardelli e Di Nicolantonio, membri dell’Istituto di
farmacogenomica di Condiolo, referente italiano della ricerca -. L’attività svolta fino ad ora, infatti, ha aperto la strada  a delle più “efficaci e personalizzate le terapie antitumorali”, secondo quanto affermato dagli esperti. “A breve sperimenteremo, dopo una valutazione del comitato etico, i nuovi cocktail di farmaci su tipi di tumori che non rispondono a nessuna cura farmacologica, alla chemio e alle terapie a bersaglio molecolare” - conclude Di Nicolantonio -.

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