mercoledì 25 gennaio 2012

Intervista esclusiva di italiasudsanita.it del 23 gennaio 2012 ad uno dei naufraghi di Costa Concordia

La testimonianza di Alessandro Esposito, era a bordo del Costa Concordia. Questa sera sarà ospite di Bruno Vespa a "Porta a Porta" 

"Siamo stati abbandonati su una scialuppa senza timoniere"
di Jacopo Di Bonito
Scaricati in mare su una scialuppa senza “padrone di barca”, e salvati da un cuoco. A sei giorni dal naufragio della Costa Concordia, emergono nuovi ed atroci particolari sulle procedure dei soccorsi a bordo. “Una volta nella scialuppa credevo che l’incubo fosse finito ed invece era appena iniziato”. Alessandro Esposito, parrucchiere napoletano, non dimentica quegli interminabili minuti vissuti tra la vita e la morte. “Sono salito sull’ultima scialuppa del ponte quattro. La discesa in acqua è stata una vera impresa. Un filo di acciaio si è spezzato e siamo rimasti appesi per diversi minuti. Una volta in mare ci siamo accorti che non c’era nessuno che sapesse pilotare l’imbarcazione. Un cuoco ci ha visti in difficoltà e si è lanciato in mare per raggiungerci”. Sono attimi di terrore quelli raccontati dal parrucchiere napoletano, abbandonato, con un centinaio di superstiti, su una scialuppa senza pilota, e con la Concordia che pericolosamente si piegava sulle loro teste.
“Dopo diversi tentativi il cuoco è riuscito finalmente a far muovere l’imbarcazione, anche se non in maniera corretta”. Altra impresa è stata arrivare fino al porto, infatti:” la scialuppa ondeggiava pericolosamente. Avevo paura che da un momento all’altro saremmo caduti in mare. Procedevamo a zig zag tra infartuati e persone che con fatica raggiungevano a nuoto gli scogli”.
Questo l’epilogo di un sfortunata crociera iniziata così. “ Già dal porto di Civitavecchia – spiega il parrucchiere napoletano -  avevo l’impressione che la nave procedesse in maniera anomala. Sembrava viaggiare a velocità troppo elevata per uno scafo da crociera”. Alessandro Esposito si trovava sulla Costa Concordia per partecipare al concorso “Professione Look Maker”, dopo aver superato le selezioni all’Hotel le Cheminée di Napoli. “ Al momento dell’impatto ero al ristorante Milano, per la prima cena a bordo. D’improvviso un boato. Tavoli, sedie e tovaglie sono volate via, poi c’è stato un blackout. Una voce dall’altoparlante ci informava di un guasto all’impianto elettrico e ci invitava a ritornare nelle nostre cabine. Sono sceso velocemente nella mia stanza per recuperare, almeno, portafogli e documenti. Non ero tranquillo, avevo percepito che la situazione era più grave di quella annunciata”. Alessandro era stato profetico, di lì a poco, una voce, a nome del comandante, avrebbe invitato i passeggeri ad indossare i salvagente. “ Sono salito al ponte quattro, quello più vicino. Lì ho trovato il finimondo. Urla, spintoni e scene di panico. Nessuno sapeva cosa fare e soprattutto dove andare. Le prove di evacuazione erano fissate per il giorno successivo”, quando oramai sarebbe stato troppo tardi. Le dichiarazioni di Alessandro sono in linea con quelle rilasciate da altri superstiti. “Al momento dell’evacuazione non c’era traccia né di un ufficiale, né di un membro dell’equipaggio, solo personale di servizio, ovviamente impreparato. Stringevo le mani dei miei colleghi per non perderli. Credevo ci fosse un ordine di salita sulle scialuppe: prima le donne ed i bambini, poi gli anziani ed infine gli uomini, ma non è stato così. Ho visto schiaffi e spintoni per aggiudicarsi un posto verso la salvezza”.
La tragica esperienza di Alessandro si conclude con il miracoloso arrivo all’isola del Giglio. La sua vita è salva grazie all’intervento di un coraggioso cuoco, improvvisatosi, “padrone di barca”.





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