giovedì 26 gennaio 2012

LO SCANDALO - Barelle choc, ammalati come deportati

Trasferimento di massa al Cardarelli ma per svuotare un reparto se ne riempie un'altro

 di Claudio Silvestri*
e Andrea Acampa
Con il picco influenzale l’emergenza barelle è esplosa in tutta la sua drammaticità. E non c’è nessun piano in atto per poter far fronte allo scandalo. Paradossale quello che accade al Cardarelli, certamente l’ospedale con la situazione più critica. Ieri per svuotare l’Accettazione è stato invaso il reparto di Chirurgia d’urgenza. La disposizione è partita dai vertici del Dipartimento di emergenza. Nel tardo pomeriggio è cominciata una vera e propria “deportazione”. Circa 35 ammalati sistemati nei corridoi, su entrambi i lati, in situazioni di grandissimo disagio, sono stati trasferiti nella struttura che si trova sullo stesso piano, che è passata così da 25 ricoverati a 60. «Una scelta assurda - commenta Salvatore Varriale, sindacalista del Sanos e membro della Rsu - Non si può pensare di risolvere l’emergenza delle barelle svuotando reparti per riempirne altri. È il momento che la Regione intervenga e che si prendano dei provvedimenti seri».

LORETO MARE. È emergenza anche al Loreto Mare dove ieri pomeriggio, gli ammalati parcheggiati sulle lettighe erano ben 44. Oltre trenta pazienti nel corridoio soltanto tra i reparti di Medicina e Chirurgia, letteralmente al collasso i due reparti che devono fare i conti con centinaia di pazienti. Qualcuno viene lasciato in attesa, parcheggiato sulle barelle all’ingresso, giù al Pronto soccorso, qualcun altro, meno fortunato, deve attendere seduto, gli altri sono tutti, o quasi, ricoverati al terzo piano in attesa di essere operati. Nel corridoio è impossibile camminare a piedi, le barelle sono posizionate in doppia fila ed è impossibile passare con una sedia a rotelle o con un’altra lettiga. I pazienti sono disposti alla buona e vengono assistiti con non poche difficoltà dal personale, ormai allo stremo. Caos senza fine con scene da inferno tra i reparti. Con l’ingresso dei familiari si complica ancora di più il lavoro del personale sanitario, all’una, quando viene servito il pranzo, si contano più di cento persone soltanto nel corridoio. Il personale ha non poche difficoltà nel far passare il carrello tra le stanze, nel corridoio della Medicina bisogna fare lo slalom tra cateteri lasciati a terra, bombole dell’ossigeno, anziani che mangiano sulle barelle alla buona e chi è attaccato al tubo dell’ossigeno che fuoriesce da una stanza. Con l’aumento dell’emergenza dei ricoveri di fortuna tra pianerottoli, corridoi e vicino gli ascensori, come sta avvenendo già da inizio mese, nei reparti di accettazione medico-chirurgica e medicina d’urgenza, aumenta di conseguenza il rischio di contrarre infezioni. A lanciare l’sos sono proprio medici ed infermieri della struttura di via Vespucci che stanno iniziando a fare i conti con il picco influenzale invernale. Anche al Pellegrini i medici sono costretti al super lavoro, mentre decine di pazienti, in attesa che si renda disponibile un posto letto, vengono ricoverati in barella. Lettighe che bloccano anche i maniglioni antipanico degli ospedali e rallentano le emergenze. Al Cardarelli doppi turni per il personale ridotto all’osso. «Tre infermiere che fanno il turno di mattina – commenta un medico – sono in malattia, stiamo fronteggiando questo boom di pazienti come possiamo, ma è difficile». Stessa cosa al Loreto Mare, dove i sindacati, oramai esasperati intendono chiamare i Nas. Con la chiusura anche di Ascalesi e San Gennaro che fanno 6mila interventi all’anno, rischia di ingolfarsi definitivamente l'accoglienza. «Non possiamo continuare a lavorare così – tuonano i sindacalisti della Cgil, Lorenzo De Lillo e Antonio Palumbo – aspettiamo risposte dalla direzione sanitaria e dall’Asl». *Giornalisti quotidiano Roma, pubblicato il 25 gennaio 2012

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