martedì 24 gennaio 2012

PRIMO PIANO: la ricerca, staminali e maculopatia

Ricerca: le staminali ridanno la vista a chi è affetto da maculopatia

di Marina Ranucci
La nuova frontiera delle cure contro la cecità è rappresentata dalle cellule staminali. Il primo esperimento condotto in America su esseri umani affetti da “maculopatia”, ne è la prova.  Non riuscire a guidare, a leggere, a riconoscere i volti delle persone fino a perdere completamente la vista. Queste le conseguenze per chi è affetto dalla grave patologia che porta il nome di “maculopatia”. Questa malattia colpisce la zona dell’occhio chiamata ”macula”, che serve alla visione centrale e distinta e che va piano piano sgretolandosi. Ad oggi non esisteva cura per questa gravissima patologia dell’occhio. Finalmente una ricerca americana sull’uso delle staminali, dona una concreta speranza di guarigione ai poveri pazienti che finora andavano incontro alla cecità.
Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica britannica Lancet, ha dimostrato gli straordinari risultati dell’uso delle cellule staminali su esseri umani affetti da maculopatia avanzata. Le cellule, ricavate da embrioni umani, sono state utilizzate dai ricercatori dell’University of California, su un paziente anziano ed uno giovane. Il primo colpito da “maculopatia senile”, che compare in età adulta o avanzata, il secondo affetto dalla “malattia di Stargardt”, la forma più diffusa di degenerazione maculare giovanile, che di solito è diagnosticata tra i 10 e i 20 anni di età. Dopo quattro mesi di trapianti delle staminali, entrambi i pazienti hanno riportato miglioramenti nella vista, dimostrandone così l’uso sicuro e curativo sugli esseri umani. Già tre anni fa Robert Lanza, Chief Scientific Officer all'Advanced Cell Technology di Marlborough aveva annunciato con successo la terapia di staminali embrionali per curare gravi malattie dell’occhio, tra cui le maculopatie, ancor prima dei test clinici su pazienti. Oggi, dopo tante polemiche e promesse, le cellule staminali si sono dimostrate effettivamente capaci di curare per la prima volta una malattia degenerativa come la maculopatia. C’è addirittura chi sostiene che entro dieci anni, l’iniezione di staminali potrebbe diventare banale come un intervento di cataratta. Intanto la ricerca sulle staminali procede a grande ritmo.

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