venerdì 17 febbraio 2012

PEIMO PIANO - Test diagnostici per rilevare il virus dell’HIV e il Cancro

I chimici riproducono le strategie messe in campo dai microrganismi in natura

di Valeria Pollio
Novità sul fronte dei test diagnostici, procedure utili ad identificare uno stato di malattia. Cambiamenti significativi stanno investendo la metodologia di rilevazione del virus dell’HIV e del cancro all’interno dell’organismo, grazie ad uno studio scientifico messo a punto dal team di chimici dell’Università di Santa Barbara (USA) e dell’Università di Tor Vergata di Roma, questi ultimi guidati dal Prof. Francesco Ricci.
La ricerca, descritta su un articolo pubblicato questa settimana sul «Journal of American Chemical Society», consiste nel prelevare dalla natura alcune strategie messe in campo dai microrganismi per monitorare l’ambiente circostante e riportarle, in laboratorio, per applicarle ai trattamenti farmacologici. Gli scienziati hanno adattato in laboratorio alcune di queste strategie per migliorare le prestazioni dei test diagnostici. Il lavoro è stato finanziato dal National Institute of Health, il Québécois Fond de la Recherche sur la Nature et les Technologies, e dal Ministero italiano dell'Università e della Ricerca (MIUR) con il progetto "Futuro in Ricerca".
La natura, con i suoi 3,8 miliardi di evoluzione, funge spesso da fonte quando si tratta di sviluppo di nuove tecnologie in campo medico. Le strategie dei micro-organismi in natura sono state utilizzate, in fase sperimentale,  per migliorare le prestazioni dei rivelatori di DNA. Gli scienziati, infatti, hanno da tempo notato l'elevata affinità e specificità di biomolecole come gli anticorpi e il Dna per identificare i marcatori molecolari nel sangue. Questi fattori consentono infatti di monitorare lo stato di salute del paziente e di indirizzare le cure per le malattie come: Hiv, cancro e diabete. La ricerca ha consentito di superare i limiti dei rilevatori di Dna, mettendo a punto nuovi biosensori in grado di riconoscere le mutazioni del codice genetico. Si tratta di strumenti molto precisi, potenti e rapidi, ideali per monitorare ad esempio le concentrazioni dei farmaci tossici usati contro i tumori. I ricercatori sono del parere che tali nuovi biosensori potranno trovare molte applicazioni in ricerca e medicina. La guida di tale ricerca è Kevin W. Plaxco, Professore di Chimica all’Università di California.
I risultati raggiunti dalla collaborazione delle due prestigiose università, rappresentano un passo in avanti verso il miglioramento della diagnostica medica.










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